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Chiamare i bambini con i nomi di città è ormai una moda: il più utilizzato non lo immagineresti mai

In Italia si sta consolidando il fenomeno culturale di chiamare i propri figli con nomi di città non rispettando più le tradizioni.

Negli ultimi anni, la consuetudine di attribuire ai bambini nomi classici come Francesco, Andrea, Giuseppe o Mario per i maschi, e Chiara, Simona o Valentina per le femmine, è stata sostituita da una preferenza crescente per nomi che richiamano le città più iconiche d’Italia. La motivazione principale è il desiderio dei genitori più giovani di attribuire ai figli un nome moderno e significativo, spesso legato a un luogo speciale come la città del primo incontro o del primo bacio.

Secondo un’indagine condotta da avvocati specializzati in diritto di famiglia, una delle cause più frequenti di conflitto tra coppie riguarda proprio la scelta del nome, con la pressione dei suoceri che spesso insistono perché il nipote porti il nome del nonno o della nonna. I genitori, invece, preferiscono nomi più contemporanei e simbolici.

Tra i nomi di città più gettonati in Italia emergono Florence, in omaggio alla splendida Firenze, Emilia, dedicato all’Emilia Romagna, Roma, la capitale d’Italia, e Milan, per celebrare la metropoli lombarda famosa nel mondo per il suo Duomo e la moda.

Roma, un nome ricco di storia e significato

La scelta di chiamare un bambino “Roma” richiama l’immensa eredità storica e culturale della capitale italiana, che con i suoi 2.746.726 abitanti è il comune più popoloso d’Italia e il terzo più grande d’Europa dopo Berlino e Madrid. Roma, con i suoi 1.287 km² di superficie, è anche il comune più esteso dell’Unione Europea, noto per il suo vasto patrimonio artistico, culturale e naturale, ed è spesso definita la “Città Eterna”.

Fondata secondo la tradizione il 21 aprile 753 a.C. da Romolo, Roma ha rappresentato per millenni il centro del mondo occidentale, essendo stata la capitale dell’Impero Romano, dello Stato Pontificio e, infine, della Repubblica Italiana. Oggi ospita l’intera enclave della Città del Vaticano, cuore della cristianità cattolica, e numerose istituzioni internazionali, come la FAO e il Programma alimentare mondiale.

Le normative italiane sui nomi dei bambini (www.colornews.it)

In Italia, la scelta del nome è regolata da precise norme legali che vietano l’adozione di nomi ridicoli, offensivi o che possano creare disagio al bambino. Inoltre, non è consentito chiamare i figli con nomi interi di personaggi storici controversi, come Adolf Hitler o Joseph Stalin, né con nomi stranieri scritti con alfabeti diversi da quello latino, come ad esempio in cinese.

La legge italiana prevede anche che i nomi attribuiti rispettino il genere di appartenenza, con alcune eccezioni come il nome Andrea, considerato neutro, e i nomi composti come Gian Maria.

Un caso recente che ha fatto discutere riguarda una bambina chiamata Blu. Il nome, non riconducibile né al genere maschile né femminile, ha spinto la procura a convocare i genitori per un colloquio. Dopo aver valutato le motivazioni dei genitori, il pubblico ministero ha chiuso il procedimento, ritenendo legittimo il nome.

Alcuni nomi sono esplicitamente proibiti: non si possono chiamare i figli Giallo o Verde, mentre sono invece ammessi nomi di colori come Viola, Azzurra, Celeste, Blu e Bianca. Nomi tratti da personaggi di serie TV o cartoni animati, come John Snow da “Il trono di spade” o Goku e Vegeta da “Dragon Ball”, non sono permessi. È vietato anche chiamare i bambini con nomi come Ikea, Biancaneve, Nutella, Maradona o Pelé, per motivi legati all’uso improprio di marchi o all’inopportunità sociale.

Published by
Roberto Arciola