Approccio particolarmente rilevante dopo periodi di forti rialzi di titoli che espongono l’investitore al rischio di correzioni improvvise.
In un contesto finanziario caratterizzato da mercati azionari volatili e da una crescente attenzione alla protezione del capitale, l’equity substitution si conferma una strategia efficace per tutelare i guadagni ottenuti da un investimento azionario, reinvestendo il capitale in strumenti più protettivi ma con esposizione al mercato. Questo approccio è particolarmente rilevante dopo periodi di forti rialzi di titoli che, seppur gratificanti, espongono l’investitore al rischio di correzioni improvvise.
L’equity substitution consiste nel sostituire una posizione azionaria in forte ascesa con un certificato di investimento a capitale condizionatamente protetto, capace di garantire una continuità di rendimento e una mitigazione dei rischi di ribasso. Si tratta di una soluzione adottata da investitori professionali e sofisticati per mantenere un’esposizione indiretta al mercato pur limitando l’impatto negativo di eventuali flessioni.
L’equity substitution: un’alternativa per proteggere i profitti
Quando un titolo ha registrato una performance significativa, come nel caso recente di Monte dei Paschi di Siena, che ha visto il proprio valore salire da 5 euro a oltre 7,30 euro, chi ha investito nei momenti più difficili ha realizzato guadagni rilevanti. Tuttavia, la crescita importante rende il titolo più vulnerabile a prese di profitto e a variazioni negative del sentiment di mercato. Di conseguenza, la domanda non è più soltanto se vendere o mantenere l’azione, ma come reinvestire quel capitale guadagnato in modo più efficiente e con una protezione adeguata.

Come funziona questo metodo (www.colornews.it)
L’equity substitution risponde a questa esigenza offrendo strumenti che:
- Mantengono un legame con il sottostante azionario o con il settore di riferimento;
- Propongono una protezione a ribasso tramite una barriera valida fino a una certa soglia, tipicamente intorno al 60% del valore iniziale;
- Consentono il pagamento di cedole periodiche, spesso mensili, anche in assenza di rialzi del titolo;
- Presentano meccanismi di autocall, che permettono il rimborso anticipato del capitale qualora il sottostante si mantenga stabile o in crescita.
Questi certificati rappresentano una soluzione concreta per chi vuole cristallizzare i profitti e, al contempo, restare investito con un profilo di rischio-rendimento più equilibrato.
Sul mercato italiano ed europeo sono disponibili diverse strutture di certificati con caratteristiche di equity substitution. Tra i più interessanti si segnalano:
Certificato Autocallable di Citigroup su Monte dei Paschi di Siena (ISIN: XS2990385564)
– Cedola mensile: circa 0,8917% (equivalente a un potenziale rendimento annuo del 10,7%)
– Barriera capitale e cedola: fissata al 60% del valore iniziale del titolo
– Effetto memoria: presente, il che consente di recuperare cedole non corrisposte in passato
– Autocall anticipato: attivabile dal 6° mese con trigger decrescente
– Scadenza: ottobre 2028
Questo certificato permette di incassare una cedola mensile finché MPS resta sopra la barriera, mantenendo la possibilità di recuperare il capitale investito a scadenza anche in presenza di ribassi moderati.
Certificato Marex su Stellantis (ISIN: IT0006771015)
– Cedola mensile: 0,675% (circa 8,1% annuo potenziale)
– Barriera capitale: 60%
– Effetto memoria: incluso
– Autocall anticipato: disponibile dal 6° mese
– Scadenza: ottobre 2028