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Influenza stagionale o Covid: puoi riconoscerlo da questi segnali ed agire in tempo

influenza stagionale o covid?Influenza stagionale o Covid: puoi riconoscerlo da questi segnali ed agire in tempo - colornews.it

Febbre, tosse e stanchezza: ogni autunno tornano i soliti sintomi, ma non sempre è facile capire se si tratta di un’influenza stagionale o del Covid. Ecco come orientarsi.

Ogni anno, con i primi freddi, compaiono i soliti disturbati come febbre, gola che brucia, naso chiuso, mal di testa, stanchezza. Ma da quando il Covid è entrato nelle nostre vite, la domanda è sempre la stessa: Sarà influenza o coronavirus?. I sintomi, infatti, spesso si sovrappongono e capire la differenza non è così immediato. Tuttavia, ci sono alcuni segnali chiave che possono aiutarci a orientare il sospetto  in attesa del test, che resta l’unico strumento davvero affidabile.

Influenza stagionale o Covid, la differenza

L’influenza classica è causata dai virus Influenzali A e B, che cambiano leggermente di anno in anno. Il periodo d’incubazione è breve da 1 a 4 giorni e quando arriva, lo fa di colpo: febbre alta, brividi, dolori muscolari e spossatezza. Spesso il malessere compare in poche ore e può mettere a letto anche i più forti. La febbre è un segnale distintivo: raramente manca, e tende ad essere più alta rispetto al raffreddore o al Covid lieve. Il decorso, però, è in genere limitato a pochi giorni, e con riposo e idratazione si risolve senza problemi nella maggior parte dei casi.

Il Covid-19 causato dal coronavirus SARS-CoV-2 , ha imparato a mascherarsi bene nel tempo. Le varianti successive hanno reso i sintomi spesso più lievi e meno specifici , ma non per questo meno insidiosi. Il periodo d’incubazione può andare da 2 a 14 giorni, e rispetto all’influenza, il decorso è più graduale e duraturo.

influenza stagionale o covid?

Influenza stagionale o Covid, la differenza – colornews.it

Tra i segnali più caratteristici, anche se oggi meno frequenti rispetto ai primi anni della pandemia, ci sono la perdita di gusto e olfatto, tosse secca persistente, affaticamento prolungato e, nei casi più severi, difficoltà respiratorie. Inoltre, il Covid può comportare una contagiosità più lunga e lasciare sintomi residui come stanchezza e tosse, per settimane dopo la guarigione.

Da non dimenticare il classico raffreddore, che non ci permette da subito di capire in quale direzione stiamo andando. Per cui nella fase iniziare i sintomi da monitorare sono, febbre alta e improvvisa, oppure perdita di olfatto, respiro corto, disturbi gastrointestinali e sintomi localizzati su naso e gola senza febbre, malessere che dura oltre 7/10 giorni.

Il test diagnostico resta l’unico modo per distinguere con certezza le infezioni. Un tampone antigenico o molecolare può confermare o escludere il Covid, mentre esistono test specifici anche per i virus influenzali. Nel frattempo, la regola d’oro è riposare, idratarsi e monitorare la febbre, usando antipiretici come paracetamolo o ibuprofene solo su consiglio del medico.

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